Era stato il tempo dell’Unità d’Italia, ma non degli italiani. Poi venne quello della Prima Guerra Mondiale, poi del ventennio fascista e poi, ancora, quello della secondo conflitto bellico. E quindi, era giunta l’ora di una nuova fase storica: l’Italia si riscoprì una nazione e, per la prima volta, una Repubblica. Il fascismo non c’era più, il nazismo neppure. Restavano due, grandi ideologie, a spaccare il mondo per metà. Alla sinistra della Cortina di Ferro, confine ideale e tangibile che separava ciò che era comunista da ciò che non lo era, appena un passo alla sinistra della mappa del mondo, c’eravamo noi italiani. Di un’Italia che in quegli anni, lentamente, inziava a scoprirsi grande, iniziava a scoprire i miti del consumo, dell’autodeterminazione, della scalata sociale. In questo contesto, tra il 1946 e, orientativamente, il 1964, nasceva una generazione destinata a riconfigurare il tessuto cultura e nazionale: sono definiti Baby Boomers, semplicemente Boomers o, più raramente, Boomies.
I Baby Boomers: quelli nati nelle ideologie e le rivoluzioni
I Baby Boomers sono le donne e gli uomini che oggi hanno tra i circa 55 anni e poco più di settanta. Sono coloro che hanno vissuto, respirato e sostenuto gli anni delle ideologie, della militanza, delle lotte per i diritti, delle rivoluzioni. Parliamo, infatti, di chi ha avuto vent’anni ai tempi della Guerra Fredda, anni in cui si era ‘pro’ o si era ‘contro’, senza sfumature. Decidete voi in relazione a cosa. Dobbiamo però considerare che la società che sto descrivendo ha ben poco a vedere con quella in cui operiamo noi oggi. Economicamente, socialmente, tecnologicamente, comunicativamente.
La spina dorsale dell’economia di oggi
Intorno ad essi, l’epoca del benessere. Alla spalle, un retaggio contadino o operaio; per i più, un’estrazione sociale comune: quella contadina, operaia, o al più, piccolo borghese. Davanti, l’idea di un mondo migliore, stimolata dal progresso tecnologico, dalle migliori condizioni di vita, economiche e lavorative. In Italia, i nati tra il 1946 e il 1964 rappresentano un quarto della popolazione totale (Dati ISTAT). Sono mediamente benestanti, più benestanti delle generazioni che li seguono, ma nonostante l’ambizione, sono anche persone tendenti al risparmio, una tendenza figlia del ricordo ancora cristallino degli anni dell’infanzia, quelli immediatamente successivi al Secondo Dopoguerra, quelli degli stenti, delle campagne abbandonate, delle città in polvere. Oggi sono nostri nonni e nostri padri e sono coloro che sorreggono spesso le famiglie, gravate da generazioni di trentenni, loro sì, assorbiti da un contesto storico incapace di rispondere adeguatamente alle loro speranze professionali. Questi, in brevissimo, sono i baby Boomers: ma non temete, troverete molte, ma molte più informazioni a riguardo, quando sarà pronto il mio ebook dedicato alle generazioni e al mondo del lavoro. Presto, molto presto!
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